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Il 17 Maggio scorso, nonostante l' indifferenza generale, sempre molto puntuale da parte dei nostri media troppo attenti a guardare alla vicina Francia in quel periodo, e nonostante fosse passato solo un mese dagli attentai di Algeri, si sono avute le elezioni legislative in un paese dal presente molto travagliato: l' Algeria. Del cui presente, non avendoci troppi interessi gli States, tutti un po', diciamolo, se ne fregano.

Il voto ha confermato il governo del presidente Bouterflika, ma ciò che colpisce è il grande astensionismo generale: su 18 milioni di elettori, ha votato solo il 35,6 %...un record negativo.
Un astensionismo tradizionale nel paese, ma cresciuto esponenzialmente a causa del naufragare delle riforme economiche e sociali. Una campagna elettorale inesistente in pratica,niente comizi, niente manifestazioni. Assenze al voto che testimoniano come il binario di fiducia eletti-elettori non esista più: il Fronte delle forze socialiste ha invitato a disertare il voto, descrivendolo come un matrimonio tra partiti e regime. Ed effettivamente, fino a 20 anni fa, quando venne introdotto il multipartitismo, il partito dell' attuale presidente era il partito unico.
In particolare sono stati i giovani, gli under 30 (70% della popolazion e algerina) a boicottare il voto, perchè i più penalizzati da disoccupazione e crisi economica.
Come non parlare di Bouterflika? L' uomo dei progetti ambiziosi ma sempre incompleti...riforma dell' educazine, salute pubblica, progetto di rilancio economico per creare 2 milioni di posti di lavoro in un paese che ne avrebbe bisogno...tutto fallito...c' è stato l' aumento del petrolio, nel 2000, che non ha portato a nulla visto che ancora 3 milioni di algerini sono disoccupati.
Per non parlare del terrorismo, piaga del paese, che imperversa incontrollato, anche perchè quel genio dell' attuale presidente ha riabilitato i terroristi pentiti...che furbone...
E perchè nessuno ne parla? Perchè dobbiamo sempre e solo sapere quello che ci vogliono far sapere? Questa non è informazione...l' Algeria certo non è quella di qualche anno fa ma scandali, restrizioni e censure ancora impediscono al paese di essere un vero Stato democratico.
Non troppi anni fa il pugno di ferro del governo è stato particolarmente intenso nella regione della Cabilia (circa 100 Km ad est di Algeri), abitata dalla minoranza berbera, che costituisce circa un quinto degli abitanti del Paese.
Queste popolazioni, che rivendicano il diritto all'autodeterminazione, denunciano l'atteggiamento a cui sono da anni sottoposte dalle autorità, caratterizzato da isolamento sociale, discriminazioni e violenze.
Nella cosiddetta "primavera nera" del 2001, in seguito all'omicidio ingiustificato di un giovane da parte della gendarmeria, scoppia una serie di scontri in tutta la regione, sullo stile dell'intifada palestinese; ingenti contromisure vennero prese dal governo, che inviò centinaia di uomini per fronteggiare la rivolta, provocando oltre 100 morti tra i manifestanti.
I comitati di coordinazione locali si trovano divisi tra lotta armata e non-violenza; fortunatamente, nonostante sporadiche tensioni, nei recenti mesi quest'ultimo atteggiamento sembra essere maggiormente accreditato, anche a causa della riduzione delle operazioni da parte della polizia. I dialoghi intavolati tra i delegati degli aarchs ( i comitati di coordinazione) e lo Stato, però, sembrano estremamente difficili.
Un passo avanti, comunque, è stato apportato nel gennaio 2004, quando il governo ha annullato le elezioni amministrative del 2002 (boicottate in tutta la Cabilia) accondiscendendo alle richieste dei berberi che hanno sempre rifiutato di riconoscere l'esito di quelle votazioni.
Perchè tutto questo ci è ignoto? Combattiamo con la contro-informazione questa volontà di qualcuno di indirizzare il nostro pensiero. Diceva Cartesio: "...cogito ergo sum...", mai frase fu più vera....


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